LA FOLLA: QUANDO LA TESTA PENSA SENZA IL CERVELLO

 



Tutti noi cerchiamo l'approvazione del gruppo dei pari, quando ci uniamo ad un certo numero di persone che scegliamo per affinità di pensiero, estrazione sociale, cultura, professione e quant'altro, pian piano ci accorgiamo che il nostro pensiero individuale sembra quasi "appiattirsi" in favore di quello collettivo espresso dal gruppo cui abbiamo scelto di appartenere.

Le idee propalate dal "capo" sono meravigliose, stupende, ci affascinano e le seguiamo azzerando il nostro senso critico.

Non c'è nulla di male in  questo, nulla di patologico sia chiaro nella misura in cui conserviamo quel minimo di raziocinio che ci fa distinguere le corbellerie più estreme da ciò che, invece, un minimo di logica ce l'ha.

Ma la folla, il gruppo a seconda del numero delle persone che la compone, è forte e la sua potenza deriva dal non-pensiero collettivo.

Ho voluto trattare di questo argomento nell'articolo che troverete qui, e spero che quello che Le Bon scrive e che io riporto, serva da spunto di riflessione.

Buona lettura e buona settimana.



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